Mentre attendiamo di assistere alla proiezione del film, le note delle intramontabili canzoni di Bob Dylan ci aiutano a immergerci in un atmosfera evocativa, nostalgica e sognante. Veniamo catapultati nel panorama musicale dell’America folk degli anni ’60, e a condurci in questa lontana New York dal sapore di pioggia, sigaretta e cuoio non è la voce dell’emblematico e anticonformista cantante e poeta, ma quella incredibilmente simile, fresca e talentuosa di Timothée Chalamet che grazie a questa performance impeccabile si è dimostrato ancora una volta come il grande attore che è.
DI COSA PARLA.
1961. L’emblematico diciannovenne del Minnesota Bob Dylan arriva a New York per conoscere Woody Guthrie, il cantante folk che lui ammira e purtroppo costretto in ospedale da una malattia neurodegenerativa. Qui farà la conoscenza di Pete Seeger che lo introdurrà nel panorama musicale folk newyorkese.
Il film segue, dunque, l’ascesa della carriera di Dylan, della sua autocreazione come artista anticonformista ed emblematico, e sui suoi rapporti umani con gli altri musicisti folk, amici e donne che hanno incrociato il suo cammino, fino alla rivoluzionaria e controversa esibizione di rock and roll elettrico al Newport folk festival del 1965.
UN BIOPIC AUTENTICO E MODERATO.
Ciò che sorprende di “A Complete Unknown” è il suo carattere autentico, vero e moderato. Niente escalation di follia o melodrammi, nessun colpo di scena o rivelazione straordinaria. Solo uno scorcio della vita del grande artista, un breve periodo della sua carriera, ovvero quella degli inizi, quando ancora Bob Dylan era un completo sconosciuto, per mostrarne poi la repentina ascesa.
Sono le canzoni a scandire il film.
La regia, curata e autentica, poggia su una sceneggiatura che non sembra percorrere un tracciato già stabilito quanto accompagnare, in modo quanto più realistico e veritiero, semplici momenti, segmenti della vita dell’artista.
Così come Dylan ha sempre rifiutato di circoscriversi in un’etichetta, la pellicola di James Mangold (regista di Ragazze Interrotte, Walk the line e Le Mans ’66) non vuole essere solo un film biografico o un film musicale, ma un elogio alla musica e una visione autentica sui rapporti umani.
Lui stesso ha dichiarato “Abbiamo cercato il tono della verità”, ma sottolineando al tempo stesso che non si stesse girando un documentario sulla vita di Dylan, bensì un film.
Una pellicola che non ha intenzione di sorprendere, ma che inevitabilmente ci riesce per la sua delicatezza e moderazione.
UN’ESPERIENZA IMMERSIVA
“A complete Unknown” ha la straordinaria e ormai rara capacità di far immergere lo spettatore nel contesto in cui è ambientata.
La sua fotografia imperfetta, un po’ sporca, dal carattere “vintage”, ci riporta immediatamente a quell’America fatiscente e popolare degli anni ’60. Ma sono le interpretazioni sorprendenti, alla fine, che rendono questo film così evocativo.
Prima di soffermarci sull’attore protagonista, ormai icona indiscussa di questi anni, vorrei menzionare gli altri interpreti che alla pari con Chalamet hanno dimostrato un talento straordinario nel riuscire a impersonare personalità così iconiche e complesse.
Monica Barbaro ha dato voce a una versione vivida, imperfetta e umana della grande Joan Baez, riuscendo a cogliere quella vaga tristezza che l’accompagnava e quella determinazione che la contraddistingueva.
Un’interpretazione delicata e dolce quella di Edward Norton nei panni di Peter Seeger, il cantante che fa del folk una missione e che prende sotto la sua ala un giovane e sconosciuto Bob Dylan per introdurlo nel panorama musicale e vederlo spiccare il volo.
Ma non solo, troviamo una Elle Fanning sempre impeccabilmente emozionante. Lei interpreta Sylvie, la giovane fidanzata di Bob. La Fanning è riuscita a rappresentare il tormento interiore dato dallo stare al fianco di una personalità così enigmatica e complessa in modo vivido e tangibile. Semplicemente straordinaria.
E infine, Timothée Chalamet.
Lui non ha solo rappresentato Bob Dylan, lui si è trasformato in Bob Dylan. Ha imparato a suonare la chitarra e l’armonica, a cantare e muoversi come lui, ha modificato il suo accento e dialetto newyorkese, ma non solo. Ha saputo catturare quella peculiare aria di mistero e riservatezza che ha sempre caratterizzato il cantante. Magnetica e stupefacente questa performance che lo porterà certamente agli Oscar.
Per questo motivo, consiglio la visione in lingua originale. Senza nulla togliere al doppiaggio italiano, sempre di alto livello, non riuscirete a cogliere le sfumature dell’accento e il lavoro eccellente eseguito dagli attori sulle voci e sui propri timbri per renderli quanto più simili agli originali.
IMPERDIBILE
Che siate fan indiscussi di Bob Dylan o che non sappiate nemmeno chi sia, non potete assolutamente perdervi quest’opera così schietta, onesta, vera ed emozionante, capace di coinvolgere, oltre che di avvicinare la generazione di oggi ad un genere musicale e a un epoca ricchi di fascino e valori ancora condivisibili.
Ascolterete canzoni che riusciranno a toccare le corde del vostro cuore. Perché questo è il potere della musica di Bob Dylan, riuscire a superare la barriera del tempo per parlare ed emozionare le varie generazioni, anche quelle di oggi.
“A complete Unknown”, nelle sale italiane a partire dal 23 Gennaio.
Il trailer del film.